ANTEPRIMA DI UN GIOIELLO

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Anteprima di un “Gioiello”

A cura di Antonella Catenazzo corteo-2009-1.jpg

Si dice che tutto arrivi a chi sa aspettare. E certo Deliceto aspettava questo momento da molto, ma infine siamo stati ricompensati. Per gli appassionati del genere, ma non solo.

Il momento tanto atteso era la possibilità di riammirare il Castello Normanno-Svevo.

Un’altra occasione che quest’anno si è fatta aspettare e che i maligni davano ormai per persa: la Rievocazione Storica.

Ma la Pro-Loco stava preparando il colpo gobbo.

E così, due piccioni con una fava, e quest’anno la Rievocazione Storica si è svolta tra le storiche mura del Castello.

Riprende in originalità, in ogni senso.

In primo luogo, come ha fatto notare il presidente della Pro-Loco, Benvenuto Baldassarro, la manifestazione ritorna alle origini, e dopo la bellezza di 27 anni.

Fu infatti nell’ormai lontano 1983 che la prima edizione della manifestazione ebbe luogo.

27 edizioni dopo, eccoci di nuovo qui. A dimostrazione del fatto che Deliceto ci tiene alle tradizioni.

Originale, poi, anche nella strutturazione della manifestazione, che quest’anno riprendeva l’evento nella sua forma pura.

Oggetto della rievocazione è infatti la Cerimonia di Insediamento a Marchese di Iliceto di Antonio I Piccolomini.

E quest’anno la manifestazione riprendeva quell’esatta atmosfera del 1463.

Stesso luogo, stessa aria, stessa partecipazione.

Stessa impostazione, a ben vedere.

Il corteo, dopo aver percorso il ri-celebrato Corso Margherita, è giunto al Castello, dove il marchese Piccolomini e sua moglie, Donna Maria D’Aragona, hanno preso posto sul trono, col loro seguito di nobili e dame, il vescovo di Melfi, messo del papa, chiarine e sbandieratori.

E per un’ora non c’è stato più il Castello, non era più il 2009.

Prima una breve introduzione all’epoca storica dei fatti, poi la Cerimonia di Insediamento e la consegna delle chiavi del Castello. Infine i mirabolanti esercizi di abilità degli sbandieratori Federiciani di Lucera.

E in ultimo, ma non ultimo, proprio come sicuramente dev’essere stato all’epoca, il banchetto per il popolo.

Magari un po’ mutato, ma, vista la serata fredda, senz’altro indicato: frittata, fagioli, vino e i tradizionali “cicc’ cuott’” (e i delicetani doc sanno di cosa parlo).

Appropriato anche l’intervento del sindaco Montanino che ha ricordato come la possibilità di ammirare ancora oggi il castello sia stata possibile grazie all’impegno di tutte le amministrazioni, passate e presenti.

E certo questo è forse solo un primo passo.

Ma si può dire che finalmente il Castello di Deliceto, anche solo per una volta, ha riaperto i suoi restaurati battenti.

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