Deliceto – cenni storici

Cenni storici

Il castro, nato in una zona dove vegetava l’elce, venne detto “Iliceto” e infine Deliceto. Simbolo del Comune, infatti, è un albero in campo azzurro racchiuso in uno scudo coronato. Si fortificò con la costruzione del castello normanno e fu elevata a vedetta sub-appenninica del Ducato di Benevento, con la costruzione del castello nella seconda metà del IX secolo per l’arroccamento e la difesa.

Nel XII secolo, quando i Normanni fecero dell’Italia Meridionale una monarchia nazionale a regime feudale, Iliceto fece parte della contea di Loretello, tenuta degli Altavilla fino al 1156 e, uguale sorte, conservò sotto gli Svevi e gli Angioini. Divenne Marchesato nel 1463 con Ferdinando I° di Aragona il quale lo concesse al genero Antonio I° Piccolomini, nipote del Papa Pio II, questo poiché bisognoso di un partito in sua difesa nella Capitanata, filoangioina. In occasione dell’investitura di Antonio I° Piccolomini venne donata alla curia e alla comunità locale una croce reliquiaria conservata tutt’ora nella Chiesa Madre.

Il Marchese Piccolomini si stabilì a Deliceto con una colonia di miliziani albanesi, ciò determinò l’ampliamento dell’abitato con la costruzione di mura di cinta e varie porte d’accesso tutt’ora esistenti. La corte marchesale ebbe sede lungo l’asse viario principale (odierno C.so Regina Margherita) e comprese i palazzi Piccolomini e Apotrino; la chiesa del Purgatorio (odierna chiesa S. Anna e Morti) e l’abbazia di San Nicola (odierna chiesa dell’Annunziata). Sotto i Piccolomini, nel XV secolo, sorse il Convento di “Santa Maria della Consolazione” in località “Valle in Vincolis” su richiesta del monaco agostiniano Felice da Corsano. Il Convento immerso nella natura, a 5 km dal centro abitato, rappresenta negli anni un luogo mistico di grande importanza storica – religiosa per l’intero territorio, ospitando illustri ed insigni santi tra cui per 2 anni Sant’Alfonso Maria de’Liguori e per 5 anni San Gerardo Maiella.

Il feudo di Deliceto, pur restando un bene di natura demaniale, passò dai Piccolomini ai Bartirotti (ai quali si deve la costruzione del sontuoso palazzo sito in C.so Margherita – odierno palazzo Maffei) e da questi ai Miroballo, il cui ultimo erede, Cesare Miroballo, morì senza eredi nel 1790. Con la sua scomparsa Deliceto divenne “Città Regia”. Ai Moti insurrezionali del 1820-21 alcuni Delicetani parteciparono con ardore, convinti della necessità di dare al Regno delle Due Sicilie una monarchia costituzionale; a quelli del ’48 buona parte del popolo insorse per reclamare i propri diritti alla spartizione delle terre feudali ed ecclesiastiche. Dopo l’Unità d’Italia, con il dilagare del brigantaggio nel Mezzogiorno, le campagne delicetane vennero spesso assalite da bande malavitose e fatte oggetto di saccheggi, incendi, furti e sequestri di persona.

Oggi Deliceto è uno dei paesi più fiorenti dei Monti Dauni, grazie alla sua posizione agevola e alla naturale intraprendenza dei suoi cittadini, che non si fermano di fronte agli ostacoli e si adoperano ingegnosamente nella ricerca di occupazioni lavorative impegnandosi nella creazione di attività imprenditoriali locali.