I Falò di S. Mattia

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I Falò di S. Mattia

a cura di Antonella Catenazzo

Se oggi cammini per le strade di Deliceto lo vedi il paese di sempre; nessuna traccia di bruciato sulle strade, nessun segno della passata festa.

Eppure ieri era festa. Ieri era S. Mattia.

E come ogni anno le strade hanno brillato di grandi fiammelle in onore del santo.

Sette erano i falò, da un’estremità all’altra del paese; alti, monumentali, delle forme e del materiale più diverso, tutti inneggianti alla gloria del Santo Patrono.

A partire da quello in Borgo Gavitelle fino a quello del Rione Fontana, dalla classica piramide di legno di via Molo all’ enorme arca di Vico III Fontanelle. E poi i falò delle piazze: quello di S. Rocco, in piazza Giovanni XXIII, quello di S. Antonio, nello spiazzo di fronte alla chiesa omonima, e quello della Pro-Loco, in piazza Europa.

Per unire sacro e profano.

Il tedoforo della serata, inteso in senso virtuale, era infatti Don Leonard Kamanzi: il sacerdote, con giuria al seguito, girava per il paese per la tradizionale benedizione alle cataste di legna e, dopo l’acqua benedetta, la fiamma divampava al grido di “Viva S. Mattia”.

Uno dopo l’altro, i falò hanno illuminato di scintille la notte delicetana mentre i riflessi delle lingue di fuoco danzavano nei vetri delle case intorno. La musica avvolgeva il paese, da un capo all’altro risuonavano melodie popolari, figlie di classiche bande di ottoni o di più contemporanei impianti stereo.

E intanto gruppi di artisti di strada, di giocolieri e saltimbanchi giravano per le piazze esibendosi in volteggi e giochi di equilibrio, il tutto mente ai fuochi dei falò rispondevano, più piccole ma forse più gradite, le fiammelle delle braci su cui rosolavano pane e salsicce, unendo il grato profumo a quello della paolenta e dei fagioli.

Le persone giravano per le strade, spostandosi da un falò all’all’altro, attratte dal calore e dal buon cibo e il paese non sembrava tanto popolato da giorni. Ma l’attrattiva della festa ha vinto contro il freddo pungente.

La serata doveva chiudersi ufficialmente con la distribuzione dei premi ai falò che meglio avevano incarnato lo spirito culturale e gastronomico dell’evento.

Perciò alle 21.30 i tre vicitori (nell’ordine Vico III Fontanelle, Rione S. Antonio e Rione S. Rocco) si sono ritrovati in Piazza Europa per ricevere il premio.

la serata poteva dirsi conclusa, ma in realtà si può dire che sia iniziata proprio allora e il cghiacchiericchio delle persone che sciamavano per le strade è continuatoancora per molto tempo, finche i responsabili dei vari falò non hanno raccolto le ultime agonizzanti braci.

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