Il libro N’inn cantann n’ann cuntann
Pietro Doto
DELICETO – Tra invenzione e memoria. “N’inn cantànn n’ann cuntànn” a Deliceto: il lavoro di Tesi discusso nel marzo del 2008 dal dott. Rocco Manuel Spiezio presso l’Alma Mater Studiorum – Università degli Studi di Bologna è diventato un volume di una collana nazionale, “Storia del folclore e delle tradizioni popolari”, edita dalla CLUEB di Bologna e diretta dal prof. Giovanni Azzaroni (Università di Bologna). Lo scorso 4 agosto, presso la Sala Conferenze del Castello di Deliceto, alla presenza del succitato direttore della collana Azzaroni, dell’autore del volume e del vicesindaco Mariano Laudisi, l’opera è stata ufficialmente presentata al pubblico delicetano. A moderare, il prof. Rocco Capozzi (Università di Toronto, Canada).
Si legge nella prefazione della prof. Cristina Valenti (Università di Bologna), anche Relatrice di Tesi: «Non è un libro di storia, scrive in apertura l’autore. Lo leggiamo e scopriamo che è un racconto fatto di storie, i cui personaggi, dopo aver popolato la scena privata dello studioso, ne hanno ispirato il lavoro teatrale per poi diventare fonti di un’indagine che dalla dimensione personale e famigliare si allarga per confluire nell’universo degli studi (qui richiamati attraverso una vasta bibliografia), inserendo tasselli di conoscenza che vanno a incastonarsi nel grande mosaico delle tradizioni rituali, musicali e festive dell’area mediterranea».
Il libro presenta tutte le fasi dell’allestimento dello spettacolo N’inn cantann n’ann cuntann, ideato insieme con Antonio Cappiello e messo in scena nell’agosto del 2006 dallo stesso Rocco Manuel Spiezio con un vasto gruppo di attori non professionisti locali, membri del Gruppo Skaria ed anche esterni. Ma il lavoro sostanziale, avvenuto in una fase successiva all’allestimento, ha come terreno specifico quello della memoria delle tradizioni, dei canti, delle musiche che lo spettacolo affrontava, interpellando tanti testimoni che si sono resi protagonisti non solo degli eventi entrati a far parte della tradizione, ma anche della trasmissione di tutti quei materiali su cui si fonda l’identità storica e culturale del comune di Deliceto. Il discorso poi prosegue entrando in campo semiologico, chiamando in causa gli spettatori dello spettacolo, aprendo nuove significazioni e suggerendo riflessioni sul senso di quello spettacolo e sul far teatro in un piccolo centro. In chiusura, un pensiero viene rivolto ad alcune ipotesi di politica culturale per lo sviluppo degli spettacoli nella zona dell’Appennino Dauno Meridionale. Dice sempre la Valenti: «I Delicetani, dopo essere stati protagonisti dello spettacolo e quindi diretti da Spiezio in qualità di autore e regista, diventano protagonisti delle interviste su cui si basa il successivo lavoro di ricerca, e quindi si trasformano in “maestri” dell’intervistatore che era già stato loro “maestro di teatro”».
Chiudiamo con le parole di Spiezio: «Fare un lavoro di tesi su questo evento teatrale, sulle fonti da cui l’evento ha tratto i contenuti, sugli effetti che ha avuto e le nuove vie che potrebbe aprire, per me significa partire da quello che tutti hanno visto, udito, sperimentato, per tentare di arrivare a ciò che è più nascosto, a ciò che sta sotto, che s’intravede e che per me assomiglia ad un seme deposto nel solco della terra in cui si ripongono le speranze di una nuova stagione, di una vita nuova. Creare un’opera scritta, organizzare un pensiero sistematico su una vicenda del genere è un ulteriore sforzo di coerenza con gli obiettivi del progetto di spettacolo realizzato, un altro passo in avanti verso una cultura più dinamica, per una comunità capace di guardarsi e di aggiornarsi proprio grazie alla partecipazione di tutti i suoi membri. Il mio contributo, a partire dal materiale che era in mio possesso e dagli strumenti che via via sono andato acquisendo lungo il mio percorso di vita, di studi, vuol essere quello di mettere in relazione il “locale” con l’“universale”, il documento della fonte orale con quello della fonte scritta, il pensiero della persona semi-analfabeta con quello dello studioso, lo studio della storia con quello delle tradizioni popolari e del teatro, la mia cultura di origine con la mia cultura di studio, il mio “Sud” con il mio “Nord”: ci sarò riuscito?».
Se dovessimo essere chiamati noi a rispondere a tale domanda non esiteremmo a dare una risposta positiva: la pubblicazione presente permette al microcosmo delicetano di affacciarsi sul proscenio del territorio nazionale, con un indubbio ritorno di immagine per il paese Deliceto. Al suo quesito, piuttosto, noi non possiamo fare a meno di aggiungerne un altro: stando a quanto detto, il popolo sarà capace di carpire questa non trascurabile sfumatura?
Il libro è composto di 222 pp a cui se ne aggiungono 16 dedicate a materiale fotografico. E’ allegato anche il dvd dello spettacolo in una versione riedita rispetto a quella del 2006.
Il volume ha un costo di € 24 (22,33libro+1,67dvd). Chiunque fosse interessato ad acquistarne una copia può rivolgersi ad una qualunque libreria del territorio nazionale (il libro ha un suo codice ISBN 978-88-491-3408-7), nonché, per chi fosse in loco di Deliceto, all’edicola del paese di proprietà di Rosaria Tarallo o contattando direttamente l’autore al’indirizzo e-mail: annibbalee@hotmail.com.
Nella foto da sin: dott. Mariano Laudisi (Vicesindaco Comune di Deliceto), dott. Rocco Spiezio, prof. Giovanni Azzaroni e il prof. Rocco Capozzi.