SANT’AGATA – Vorremmo parlare, in quest’occasione, di una persona speciale che quest’anno, precisamente il 25 settembre, compie la meta ambita da molti, cento anni: Il suo nome è Michele Contillo, detto da molti Ciccone, vive con sua moglie Carmelina Marinaccio che di anni ne ha soli, si fa per dire, ottantotto. Abbiamo pensato di intervistare il signor Michele perché crediamo che abbia molto da insegnarci, per la voglia di vivere che mostra ogni giorno, ma soprattutto perché il suo matrimonio, celebrato nella Cappella di San Gerardo il 13 settembre, dura da ben 68 anni, esempio vivente che l’amore eterno esiste. Il loro matrimonio ha messo al mondo quattro figli e cinque nipoti. Abbiamo fatto molte domande a Michele e Carmela, entrambi hanno risposto senza riserve, pieni di commozione nel ricordare e nel porsi in maniera genuina come insegnanti di vita, ed abbiamo potuto trarre molte notizie.La coppia sottolinea di aver vissuto la povertà nel lontano passato, ricordando in particolare gli anni difficili del Dopoguerra: lui ha fatto solo il militare nei bersaglieri ma non la guerra, a causa di un occhio offeso; figli entrambi di contadini non avevano nulla se non un pezzo di terra in località “li Triscete”, dove si recavano ogni giorno con la mula e l’asino che, naturalmente, convivevano nella loro casa. Fino a novantasette anni Michele è andato a lavorare il suo orticello in campagna e, parlando delle coltivazioni che curava, ricorda con particolare piacere il buon vino che facevano (15 barili ogni anno).Michele non esita nel dire che se potesse tornare indietro risposerebbe sua moglie: “Sì, perché mi ha dato più frutto che sofferenza, mi ha aiutato molto nel lavoro dei campi”. Poi, con la commozione agli occhi ha continuato dicendo: “Ora mi accudisce come un bambino di un anno”. Al momento di scattare una foto, chiediamo ai due coniugi di mettersi in posa e scatta anche un bel bacio tra loro, poi Michele mormora, lasciandoci un po’ tutti stupiti: “Ma a me piace dare di più i bacetti a mia moglie di notte!”. E’ la dimostrazione che per campare cento anni c’è bisogno, in una coppia, di affetto e di stima reciproca, ma anche del “sesso”, che nel corso degli anni si traduce in effusioni, piccoli gesti che mantengono grande l’amore per la propria compagna e per la vita.
Mariagrazia Bonuomo
Non so se ho reso l’idea della bellezza di queste persone compreso dei figli che si alternano a turno sacrificando le loro vite trascorse quasi per tutti al nord dove hanno trovato lavoro e famiglia. Una cosa è venuta fuori da questa chiacchierata con i coniugi Contillo e che mi piace sottolineare, come valori che un po’ tutti dovremmo perseguire come si è fatto da sempre ma che spesso per motivi vari dimentichiamo, oltre al vino e alla salute per “campare” di più c’è bisogno
ciao pietro fammi sapere ps aggiungi per favore che in onore di michele contillo verrà fatta una festa mi sono dimenticata di scriverlo.
Per tirarlo su dato il suo evidente momento di tristezza gli ho chiesto di cantarmi una canzone che ricordava e lui di certo non si è risparmiato. “ero guaglione e l’amore facevo, carcere non sapevo, Carcere di Foggia e tribunale di Lucera non conoscevo, e ora mi trovo in galera senza sapere perchè! “. “Cammina bersagliere e non si stanca mai, cammina allegramente cammina con botton”, ma è soprattutto nello Sciamano (il don Giovanni del paese), che si esprime di più aggiungendo anche il movimento delle braccia: “Viene lo sciamano che butta il fumo in faccia a mia sorella per corteggiarla, la prima, la seconda la terza volta, stanco di questo atteggiamento gli faccio saltare la testa, indovinate dove va a finire? A New York in America”.
Vi lascio con una bella poesia antica che ci ha regalato la signora Carmela che certo non si è risparmiata durante la nostra chiacchierata dedicata alla Madonna della consolazione e un saluta da parte di tutta la famiglia alla zia Lucietta vedova di Antonio Marinaccio di Deliceto con il quale sono parenti esprimendo il loro cordoglio e la loro voglia di rivederli presto.
“Maria della consolazione, tu sei una grande signora,benedici la campagna e noi poveri peccatori,statti bene madonna mia devo tornare a casa mia,ma se non avrei da fare con te vorrei starestatti bene madonna mia ci vediamo l’anno prossimoe se non ci vediamo qua ci vediamo all’eternità.”
Maria re