L’acqua, un bene antico

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L’acqua, un bene antico fontana-accadia.jpg ACCADIA – Lo spunto per questo articolo si associa ad un mio ricordo d’infanzia e a tanti episodi di vita passata, raccontati da una persona che ha vissuto nel secolo scorso gran parte della propria vita. Il mio ricordo si lega ad un negozio di sali e tabacchi, ad una piccola casetta asismica di fronte alla quale, proprio a pochi metri dall’entrata, c’era una fontanella, o meglio, come diciamo noi, un “fontanino”. La casetta non c’è più, è stata abbattuta, al suo posto si erge un palazzo enorme e lungo, ma la fontanella c’è ancora, piccola e più silenziosa di una volta, è sopravvissuta e funziona. Il mio ricordo è quello di gente che riempiva bottiglie di vetro come riserva per la sera quando andava via l’acqua, di qualcuno che si fermava a bere, di cani che leccavano l’acqua raccolta nella vaschetta sottostante il rubinetto, di bambini che la usavano per bagnarsi a vicenda fra urla di gioia e rimproveri delle mamme.Scene da libro “Cuore”, lo so, ma che sono riaffiorate quando un anziano mi ha raccontato di quanto importanti fossero questi “fontanini” e di come l’acqua, indispensabile per l’uomo, fosse un bene che non si possedeva ma che bisognava andarsi a procurare. Il ricordo di questa persona si lega alle file fatte per ore per riempire bottiglie e contenitori di varie misure, a litigate per chi aveva diritto a bere per primo e a riempire per primo il proprio recipiente, a grandi preoccupazioni prima di tornare a casa dopo aver rotto la tanto preziosa quanto unica bottiglia di vetro, a fatti raccontati e a pettegolezzi mentre si aspettava il proprio turno. Qualcosa di questo scorcio di memoria, come la piccola fontana, è ancora vivo, altro è ormai solo un ricordo.Dopo aver ascoltato e ripescato a mia volta sensazioni e ricordi nella memoria, ho cominciato a riflettere su come anche queste fontane fossero un piccolo tesoro, una testimonianza sotto gli occhi di tutti, un qualcosa da serbare. Ho fatto un giro nel paese e ne ho ritrovate alcune che, come quella di cui vi ho parlato, sono legate alla costruzione della rete idrica ed alimentate dall’acqua dell’acquedotto, altre che sono più antiche come quella nella piazza dell’Orologio, altre le ho scoperte in quelle strade del paese ormai poco frequentate perché strette e poco abitate, altre sono nel paese vecchio. Allora mi sono detta che a volte bisognerebbe osservare bene quello che abbiamo intorno perché, se è vero che basta una foto per richiamare alla vita una scena del passato, di sicuro meglio è una testimonianza che lì, umile e discreta, ci racconta di cose antiche. Antonella Nigro

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