“L’ECOMOSTRO DI S. AGATA”

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“L’ecomostro di S. Agata”

Sequestrata una megastruttura in cemento armato

 

G.G.

 

SANT’AGATA – S. Agata di Puglia continua a far parlare di sé, non già per le sue indubbie bellezze, ma per le malefatte ambientali poste in essere a danno di uno dei paesaggi più suggestivi presenti nel circondario dei Monti Dauni. Una megastruttura in cemento armato, formata da 4 blocchi-scala, disposta su 8 piani, composta da oltre 70 unità immobiliari (appartamenti, autorimesse e locali di deposito), costruita in un’area a rischio sismico ed idrogeologico, è stata posta sotto sequestro nell’ambito di una operazione di bonifica condotta dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale, sotto la direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia. Le indagini, partite in seguito a numerose denunce e segnalazioni di privati cittadini e pubblici amministratori, si sono concluse con la convalida del sequestro e con la formulazione di ipotesi di reato particolarmente gravi: abuso d’ufficio, falso ideologico, violazioni di norme urbanistiche ed ambientali. Tra gli indagati, dipendenti pubblici, professionisti e responsabili dell’impresa che ha realizzato il complesso edilizio, già definito “l’ecomostro del Subappennino Dauno”. Al di là dei fatti, sicuramente gravi, a Sant’Agata, la vicenda, sin dalle origini, è stata oggetto di speculazioni politiche: contrari e favorevoli alla realizzazione della megastruttura hanno inscenato inutili battaglie, trincerandosi dietro bandiere e simboli. Così funziona l’Italia in questi ultimi anni. Anche fatti che dovrebbero unirci, come la difesa del territorio, vengono strumentalizzati, a danno di chi si ritrova nel mezzo, a subire le conseguenze di queste sterili contrapposizioni.

Dietro questa vicenda, “così italiana”, ci sono le storie drammatiche di tante famiglie che, a seguito del sequestro del compendio immobiliare, si ritrovano senza soldi e senza nessuna certezza abitativa. Una vera beffa. Abbiamo raccolto lo sfogo, in forma anonima, di una giovane coppia, vittima della sciagurata vicenda.

Negli atti di inchiesta si parla di dissesto idrogeologico e rischio sismico. Avete paura di vivere in quelle case?

Assolutamente no. Se ci fosse stato un cedimento del terreno, la struttura, completata già nel 2007, avrebbe dovuto subire lesioni interne o crepe di cui, invece, non c’è nessuna traccia, nonostante in un edificio di nuova costruzione spesso sono riscontrabili lesioni dovute ad un normale fenomeno di assestamento. La vera paura che abbiamo è che, a causa di questa vicenda, non avremo mai più il nostro appartamento. La nostra è una famiglia monoreddito. Abbiamo investito tutti i nostri risparmi nell’acquisto di questa casa. I sacrifici di una vita, rischiano di andare in fumo! Per noi, sarebbe impossibile comprare una nuova casa. 

Come vede il futuro?

La rabbia iniziale ora si è tramutata in depressione e sconforto. Aspettiamo con ansia le decisioni dei Giudici. Ci sentiamo presi in giro. Abbiamo comprato casa a S. Agata perché amiamo la nostra terra ed ora, dopo tanti sacrifici, ci sentiamo abbandonati, senza nessuno che ci difende. I politici locali continuano ad azzuffarsi ed a rinfacciarsi responsabilità, dimenticandosi di noi e del nostro dramma.

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