Appena arrivata a Deliceto il primo saluto si riceve dal Castello Normanno! Come una sentinella domina su tutto il territorio. Che spettacolo! Unico nel suo genere, oggi è punto di riferimento per convegni e manifestazioni sia culturali che teatrali, una bellezza attenzionata persino come set dal grande e dal piccolo schermo. Guarda su una profonda gola che domina tutto il paese, una posizione con natura difensiva, di vedetta sul territorio circostante del subappennino dauno, con una spiccata particolarità architettonica. Rispetto ad edifici simili, la forma è di un trapezio irregolare con camminamenti lungo le mura perimetrali e la presenza di tre torri, la più nota è la torre quadrata normanna, chiamata “Donjon”, alta circa 30 metri che guarda tutta la Capitanata; nelle belle giornate sono visibili i monti dei dintorni, il Tavoliere, il Gargano ed il sottostante borgo medievale. Nel corso dei secoli, si sono avvicendate diverse dominazioni, Normanna, Sveva, Angioina e diverse famiglie lo hanno posseduto. Sul portone d’ingresso, lo stemma rettangolare scolpito in pietra arenaria della famiglia
Piccolomini D’Aragona ( anno 1444 ). Nel cuore del castello, nel cortile, si trovano una cisterna di forma ottagonale per la raccolta dell’acqua piovana, le stalle e i depositi che testimoniano che il maniero era autosufficiente e indipendente. Ogni anno, dal 26 dicembre al 6 gennaio, si tiene una rappresentazione del presepe vivente, il castello e i quartieri circostanti ritornano al loro passato con rappresentazioni in costume che raccontano la vita di un tempo, ma non crediate che questa sia l’unica!
All’interno si svolgono diverse manifestazioni nel corso dell’anno che rendono vivo il castello e permettono di scoprirlo magari, come nel mio caso, con la grandissima cortesia e disponibilità dei volontari della locale Pro Loco che mi hanno accompagnato durante la visita; quegli stessi volontari che, come veri custodi del territorio, mi hanno parlato del paese con le sue peculiarità, il centro storico, le tradizioni, i paesaggi puri e inesplorati, il mondo dell’enogastronomia che fa dei Monti Dauni un centro del gusto.
Anche a proposito di gusto e di permanenza, suggerisco di rifarsi sempre agli uffici della Pro Loco, i volontari sapranno consigliare il viaggiatore per il meglio. Lascio i Castello di Deliceto all’imbrunire con la consapevolezza che ogni paese ha la sua storia, il suo presente, ma ognuno va visitato, alla scoperta di piccoli o grandi particolari, che oltre a lasciare il segno visivo o fotografico, lasciano un segno nel cuore, difficile da cancellare.
Lungo la strada del ritorno, incastrato nelle colline dell’Appennino Dauno appena fuori paese, a pochi chilometri dal centro abitato, immerso nel bosco, tra querce e lecci, non posso non visitare il complesso storico del Convento e il Santuario di Santa Maria della Consolazione dove ha sede la “Comunità Mariana Oasi della Pace” con una sua storia, progetti e iniziative a cui lavora l’intera comunità e il cui unico obiettivo è la ricerca di pace. La pace come riconciliazione interiore, iniziando da se stessi per continuare con gli altri.
Un clima di serenità, di contemplazione in questo complesso del XV secolo. Innegabile che il contatto con la natura, possa agevolare questo processo di riconciliazione attraverso il silenzio. Pare che proprio in questo luogo, vi assicuro suggestivo, sia stata composta da Sant’Alfonso Maria de Liguori, la pastorale diventata famosa come “Tu scendi dalle stelle”. Se state già organizzando le vostre vacanze, sono tappe che non possono mancare. L’Oasi della pace, tanto quanto la bella Deliceto con il suo Castello, sono luoghi da visitare.
Simona De Donato
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