ANCORA CONTROLLI SULL’ASSE CERIGNOLA-STORNARA-ASCOLI SATRIANO.

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Continuano i controlli dei Carabinieri della Compagnia ofantina sull’asse Cerignola-Stornara-Ascoli Satriano che, nei giorni scorsi, hanno portato all’arresto di quattro pregiudicati, di cui tre in flagranza e uno in esecuzione di un provvedimento del Giudice.

A Cerignola è finito in manette CHIECO ANTONIO NICOLA, cl. ’97, cerignolano già con precedenti di polizia. Il giovane, controllato nei pressi della sua abitazione in zona “cimitero”, nel pieno centro cittadino, è stato trovato in possesso di circa 8 grammi di cocaina, già suddivisa in dosi e pronta per lo spaccio, oltre che di 30 euro in banconote da piccolo taglio. Acclarata la finalità dello spaccio, il giovane è stato dichiarato in arresto e sottoposto ai domiciliari.

A Stornara, invece, a distanza, di due soli giorni, è nuovamente stato arrestato GUENE KARIM, cl. ’88, il cittadino del Burkina Faso già finito in manette appena 48 ore prima per tentata estorsione ai danni di un uomo di Stornara. Il malfattore, scarcerato in seguito alla convalida dell’arresto, si è nuovamente presentato a casa della sua vittima pretendendo ancora i 200 euro che già due giorni prima gli aveva chiesto, nonostante non avesse alcun titolo per ottenerli. I militari della Stazione di Stornara, quindi, sorpreso il delinquente proprio mentre continuava a minacciare la sua vittima, lo hanno nuovamente tratto in arresto per lo stesso reato. L’uomo, su disposizione del P.M. di turno, è stato rinchiuso nel carcere di Foggia.

Ancora a Stornara, poi, i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile del NORM hanno arrestato GAETA ANTONIO, cl. ’51. L’uomo, sottoposto agli arresto domiciliari per reati legati allo spaccio di stupefacenti, è stato sorpreso dai militari all’esterno della propria abitazione. Su disposizione del P.M. di turno il GAETA è stato nuovamente sottoposto agli arresti domiciliari.

Ad Ascoli Satriano, infine, è stato eseguito un ordine di carcerazione a carico di MICCILLI MARIO, cl. ’70, pregiudicato del posto. L’uomo, condannato con sentenza definitiva per il reato di violenza sessuale commessa proprio ad Ascoli Satriano nel settembre del 2015, sconterà la pena residua di due anni e sei mesi presso la Casa Circondariale di Foggia.

 

Nella notte di lunedi scorso i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di San Giovanni Rotondo hanno tratto in arresto MAZZAMURRO Luigi, cl. ’79, residente a Monte Sant’Angelo, commerciante, incensurato, insieme ad un minore, residente nello stesso comune, e hanno denunciato in stato di libertà un secondo minorenne, anch’egli, nonostante l’età, già noto alle forze dell’ordine, tutti responsabili, in concorso, di furto aggravato.

I malfattori, introdottisi nell’ ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”, avevano forzato le serrature di sicurezza di 10 distributori automatici, per poi asportare una somma di denaro di circa 400 euro. L’immediato intervento dei militari ha consentito di bloccare i ladri e recuperare la somma asportata, oltre a sottoporre a sequestro gli arnesi utilizzati per commettere il furto.

Il MAZZAMURRO è stato condotto presso il proprio domicilio in regime di arresti domiciliari, mentre il minore arrestato è stato accompagnato presso l’istituto di pena minorile “Fornelli” di Bari a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

 

I Carabinieri della Stazione di Monte Sant’Angelo hanno tratto in arresto il pluripregiudicato 28enne GUERRA Giulio, ritenuto “vicino” ad esponenti del clan mafioso “li Bergolis” di Monte Sant’Angelo.

L’uomo, già rinchiuso nel carcere di Foggia per mano degli uomini dell’Arma della Compagnia di Manfredonia il 28 aprile scorso in esecuzione di un provvedimento della Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Milano per l’espiazione di una pena definitiva pari a due anni, tre mesi e cinque giorni di reclusione, oltre al recupero di una multa pari a 3.300 euro, per concorso in rapina a mano armata e reati in materia di armi commessi nel 2008 in provincia di Pavia, ha ricevuto nuovamente la “visita” dei Carabinieri di Monte Sant’Angelo i quali, questa volta direttamente tra le mura carcerarie foggiane, lo hanno nuovamente dichiarato in stato di arresto per un ordine di esecuzione per la carcerazione emesso nei suoi confronti dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Bari. Da scontare sono altri due anni e sei mesi di reclusione, oltre ad una multa di 600 euro, per un concorso in detenzione e porto di armi da sparo clandestine.

I fatti in questione risalgono al 2009. Il 3 giugno 2009, infatti, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Foggia, presso il casello autostradale di San Severo, sottoposero a controllo un’autovettura su cui vi erano i pregiudicati PETTINICCHIO Matteo e LAURIOLA Michele, arrestando in flagranza di reato i due per detenzione e porto di armi comuni da sparo poiché, a seguito di perquisizione veicolare, venne rinvenuta una pistola cal. 45 e 59 cartucce dello stesso calibro illegalmente detenute. Le indagini, svolte nel corso della latitanza di Franco li Bergolis dal Nucleo Investigativo di Foggia unitamente al ROS di Bari, erano terminate con il deferimento di 18 persone, tutte appartenenti o sodali di alcuni clan mafiosi della provincia, nello specifico dei Francavilla e del clan dei Montanari, ritenuti responsabili di ricettazione in concorso, detenzioni di armi, tentata estorsione e favoreggiamento, per l’appunto, della latitanza di Franco li Bergolis. L’operazione, nota con il nome “BLAUER”, della Procura Distrettuale Antimafia di Bari, aveva portato, il 22.06.2011, gli uomini dell’Arma all’arresto di 14 soggetti, dei quali in carcere finivano tra glia altri Francavilla Emiliano, Lanza Alessandro, Lanza Mario, Grilli Angelo Gioacchino, Guerra Giulio e Bisceglia Donato. Si sottrassero alla cattura Emilio Franco, Enzo Miucci e Mario Clemente.

I Carabinieri della Stazione di Pieve Emanuele (MI) arrestarono per ultimo Emilio Franco, cl. ’55, mentre Enzo Miucci e Clemente Mario erano stati già rintracciati dai Carabinieri di Foggia. Le indagini accertarono che Franco Emilio aveva ceduto la pistola oggetto di furto a Guerra Giulio, il quale a sua volta l’aveva venduta a Matteo Pettinicchio prima che questi venisse arrestato di rientro a Monte Sant’Angelo.

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