SANT’AGATA – Il 3 e il 5 febbraio a Sant’Agata di Puglia si tengono due feste importanti per la devozione religiosa, la prima è in onore del Vescovo e Martire San Biagio, la seconda festa è dedicata, invece, alla Vergine e Martire catanese S. Agata, Protettrice e Patrona del paese, che subì il martirio con l’estirpazione delle mammelle. Il culto del popolo santagatese per questi due santi si perde nei secoli.
La statua di San Biagio viene oggi custodita nella chiesa di San Michele Arcangelo, è considerato protettore dei malati di gola e dei cardatori e filatori di lana, San Biagio è ritenuto anche il patrono dei suonatori di strumenti a fiato e delle coppie di fidanzati. Per entrambi le festività il programma è prettamente religioso, eccezion fatta per la tradizione popolare (ma comunque legata alla devozione per i due santi) della distribuzione di piccoli pani azzimi da parte dell’Amministrazione Comunale che, al fine di continuare a promuovere e valorizzare tale tradizione, dispone da anni la preparazione e la benedizione dei pani a forma di panelle per San Biagio e di seni per
la Madonna. “Re panerre re San Bijese” (le panelle di San Biagio), sono di forma rettangolare, con incisioni di quadratini e sono legate da nastrini colorati. In ogni casa tra tradizione e devozione la panella viene divisa in due: una parte viene di solito consumata dopo aver recitato alcune preghiere, la rimanente parte la si conserva, per qualche parente lontano. Il nastrino benedetto, invece, viene legato intorno al collo di chi soffre di disturbi legati al mal di gola e dei bambini, ritenuti quelli più esposti proprio alle malattie della gola.“Re mmenne re Sand’Aheta” (le mammelle di Sant’Agata), come dice appunto il nome, hanno la forma di seni. La tradizione all’epoca vedeva le donne santagatesi già dal mattino presto portare una candela alla Santa e, in capienti canestri di vimini rivestiti di bianche tovaglie ricamate, depositare ai suoi piedi, per la benedizione, i piccoli pani azzimi a forma di seni. Dopo
la Santa Messa e il rito della benedizione, venivano distribuite e consumate con devozione, dopo aver recitato una preghiera. Il cinque febbraio, un gruppo di ragazze, le Agatine, con tunica e mantello dai colori della statua della Santa, girano per tutto il paese bussando porta per porta e donando ad ogni famiglia i pani benedetti a forma di mammelle che ognuno consumerà con la stessa antica devozione.
Mariagrazia Bonuomo