L’orgoglio della Montagna

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L’orgoglio della Montagna
La Comunità Montana dei Monti Dauni Meridionali
unica superstite in Puglia

Nelle scorse settimane una serie di eventi ad alterna fortuna ha coinvolto la Comunità Montana dei Monti Dauni Meridionali, confortata da un destino più benevolo rispetto alle altre comunità montane del territorio pugliese. In realtà, il caso ha poco a che fare con la vicenda che ci accingiamo a trattare. Un’azione di soppressione condotta dalla Regione si è abbattuta incondizionatamente su tutte le comunità montane della Puglia (in tutto 6), unica, in ultima istanza, a salvarsi, è stata la “nostra”, quella con sede a Bovino.

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Secondo la Finanziaria del 2008 le Regioni, al fine di concorrere agli obiettivi di contenimento della spesa pubblica, entro il 30 settembre 2008 avrebbero dovuto provvedere con proprie leggi al riordino della disciplina delle comunità montane, in modo da ridurre la spesa corrente per il funzionamento delle comunità montane stesse. Entro la data fissata, unicamente Lazio, Veneto e Puglia non avevano legiferato secondo quanto richiesto dal Governo. Se le Regioni appena citate avessero rispettato i tempi e i termini imposti, avrebbero avuto autonomia decisionale nella riorganizzazione degli enti montani, in altri termini, avrebbero avuto totale libertà di intervenire dove e come avrebbero voluto. Al contrario, si sono viste prescritte direttamente al mantenimento o alla soppressione degli enti secondo parametri precisi dettati dalla suddetta Finanziaria.
A febbraio il decreto del Presidente della Giunta Regionale pugliese disponeva, in un primo momento, a fronte di indagini altimetriche realizzate dall’Ente Italiano della Montagna (EIM) nazionale, la soppressione di tutte le Comunità montane della Puglia ad eccezione di quella dei Monti Dauni settentrionali; venivano, inoltre, nominati dei commissari liquidatori, decadevano dalle loro funzioni tutti gli organi rappresentativi ed esecutivi, con eccezione dei relativi Presidenti che continuavano la loro attività per la sola gestione dell’ordinaria amministrazione, sino all’insediamento dei commissari liquidatori.
In un secondo momento, poi, l’appello della Comunità Montana dei Monti Dauni meridionali, che sosteneva di possedere i requisiti minimi per la permanenza in attività, veniva rigettato dalla Regione che, a ciò, aggiungeva, in seguito ad ulteriori indagini, la decisone di sopprimere anche quella dei Monti Dauni settentrionali.
A questo punto, il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia del senatore Carmelo Morra, Presidente della Comunità dauna del meridione: il TAR accoglie l’istanza affermando che l’interpretazione delle direttive della Finanziaria adottata dalla Regione Puglia è errata, le caratteristiche della Comunità del meridione corrispondono ai parametri richiesti dalla legge per la permanenza in attività (ved. Box “La sentenza del TAR”). Lunedì 6 marzo, durante la conferenza stampa convocata presso la Provincia di Foggia, la soddisfazione del senatore Morra traspare in tutta evidenza: “La Comunità Montana può essere lo strumento sovra comunale attraverso il quale superare le individualità comunali, tutto il lavoro svolto in questi anni rischiava di andare perduto a causa di una cattiva interpretazione della legge, di fronte a questo rischio è venuta fuori tutta la coesione e l’identità di un territorio: oggi si può ricominciare a parlare del fondamentale ruolo della “Montagna” nella progettualità regionale, in un percorso che abbiamo cominciato a tracciare già dal 2000”.

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La Comunità Montana dei Monti Dauni Meridionali è l’unica ad essere sopravvissuta alla “soppressione” in Puglia; effettivamente, forse è l’unica a meritarsi tale titolo. Noi che viviamo da queste parti sappiamo bene cosa vuol dire sentirsi isolati, per non dire emarginati, dal resto del mondo: l’attenzione, nei “piani alti”, sembra sempre essere rivolta altrove, le priorità sembrano sempre essere altre rispetto ai bisogni che la nostra terra reclama a gran voce da tempo immemore. I nostri luoghi sono “fuori mano”, distanti dalle traiettorie principali del mercato, si presentano austeri allo sguardo superficiale del passante di turno, non a quello in giacca e cravatta, però, che solitamente li ritiene meritevoli di saccheggio. Questo perché l’austerità non è sinonimo di povertà…
L’unico modo per tenere in vita la nostra terra e valorizzare i nostri tesori, le nostre virtù, è essere uniti prima di tutto, poi si può anche discutere di quale possa essere la forma migliore di rappresentanza; se il simbolo di una coesione prenda il nome di “Comunità Montana”, “Consorzio di Comuni” o… “WWF dei Monti Dauni” (!), ha relativa importanza, purché sia comunione reale d’intenti! E’ innegabile, in particolar modo al giorno d’oggi, che il ruolo di un ente del genere possa essere fondamentale per fungere da filtro, da mediatore ed interprete delle esigenze dei paesi del nostro comprensorio. Le lotte di potere che, purtroppo, sottendono alla gestione di qualsiasi ente pubblico interessano veramente poco, tanto meno ci fermiamo a considerarle; a noi interessa avere la certezza che il colpo di coda dell’ente dauno sia una battaglia vinta veramente per tutti i cittadini del nostro territorio, che “l’orgoglio della Montagna” sia più di un bel titolo da usare in prima pagina, valga più di un efficace spot elettorale. In queste settimane di accese polemiche riguardo la disputa “Regione-Comunità Montana”, quante volte si è sentito parlare degli effetti che i provvedimenti della Regione avrebbero avuto su quanti lavorano in tali ambiti? Certo, si è detto genericamente che, nel caso di soppressione i dipendenti sarebbero stati inglobati nella pubblica amministrazione, ma niente di più e, di questi tempi, non c’è da stare tranquilli nemmeno con in tasca la garanzia d’acquisto. Tanto più che il futuro della Comunità Montana, nonostante le recenti vicende, non è così certo, naturalmente per quanto detto finora ci auguriamo il contrario: la Regione sembra intenzionata a fare ricorso al Consiglio di Stato, quindi la storia non finisce proprio qui; inoltre, c’è da considerare la legge Tremonti (133 dell’agosto 2008) che prevede la riduzione, ogni anno per i prossimi tre, del 30% dei fondi elargiti dallo Stato alle Comunità Montane. Ciò vorrà dire affidarsi, in prospettiva futura, ancora alla benevolenza della Regione.
Le strade di montagna non sono mai asfaltate, sono sempre “tratturi”.

Pietro Doto

La sentenza del TAR
Ovvero… come dividersi su una congiunzione!

Il TAR riconosce la legittimazione della Comunità Montana dauna ad impugnare il decreto regionale di soppressione perché la Regione Puglia ha adottato un’interpretazione erronea della legge. E’ curioso vedere il motivo di questa cattiva interpretazione: la legge di riferimento (art. 2, comma 20, della legge finanziaria 2008) afferma che “(…) sono soppresse le comunità montane nelle quali più della metà dei comuni non sono situati per almeno l’80 per cento della loro superficie al di sopra di 500 metri di altitudine sopra il livello del mare ovvero non sono comuni situati per almeno il 50 per cento della loro superficie al di sopra di 500 metri di altitudine sul livello del mare e nei quali il dislivello tra la quota altimetrica inferiore e la superiore non è minore di 500 metri; nelle regioni alpine il limite minimo di altitudine e il dislivello della quota altimetrica, di cui al periodo precedente, sono di 600 metri”.
Dichiara il TAR che “Per evitare la soppressione, i Comuni che recano l’uno o l’altro requisito (oppure entrambi) devono rappresentare almeno la metà di quelli componenti la Comunità. (…) Come fondatamente affermato dalla difesa dei ricorrenti, la lettera della norma va intesa nel senso che, al fine di evitare la soppressione della Comunità, è necessario che almeno la metà dei Comuni che la compongono abbiano uno dei due requisiti morfologici ivi previsti, potendo i Comuni che detta metà costituiscono rispondere indifferentemente al primo ovvero al secondo dei requisiti. In tal senso, la congiunzione “ovvero” coordina le due condizioni di “montanità” dei Comuni, indicando fattispecie non alternative tra loro, che possono ricorrere insieme o disgiuntamente nell’ambito della metà dei Comuni appartenenti alla Comunità interessata. (…) Siffatta interpretazione (…) meglio risponde alla ratio della previsione contenuta nella legge finanziaria 2008, che ha inteso conciliare gli obbiettivi di contenimento della spesa pubblica con l’esigenza di salvaguardare le Comunità con caratteri spiccati di “montanità” (…). Sarebbe pertanto irragionevole interpretare la norma (…) nel senso che i due requisiti si escludano reciprocamente e non possano invece concorrere.
Secondo la Regione la legge andava interpretata “(…) nel senso che preveda due casi alternativi nei quali le Comunità montane sono soppresse”.

Le Comunità montane della Puglia

In Puglia si contavano 6 comunità montane che raggruppano un totale di 62 comuni:
Comunità Montana del Gargano – 13 comuni della Provincia di Foggia – sede a Monte Sant’Angelo. Ne fanno parte: Cagnano Varano (175 mt), Carpino (147 mt), Ischitella (310 mt), Mattinata (80 mt), Monte Sant’Angelo (796 mt), Peschici (91 mt), Rignano Garganico (590 mt), Rodi Garganico (50 mt), San Giovanni Rotondo (565 mt), San Marco in Lamis (525 mt), Sannicandro Garganico (224 mt), Vico del Gargano (462 mt), Vieste (43 mt).
Comunità Montana del Subappenino Dauno Settentrionale – 13 comuni della Provincia di Foggia – sede a Casalnuovo Monterotaro. Ne fanno parte: Alberona (732 mt), Biccari (450 mt), Carlantino (559 mt), Casalnuovo Monterotaro (437 mt), Casalvecchio di Puglia (490 mt circa), Castelnuovo della Daunia (600 mt), Celenza Valfortore (480 mt), Motta Montecorvino (662 mt), Pietra Montecorvino (460 mt circa), Roseto Valfortore (650 mt), San Marco la Catola (686 mt), Volturara Appula (510 mt), Volturino (735 mt).
Comunità Montana del Subappenino Dauno Meridionale – 16 comuni della Provincia di Foggia – sede a Bovino. Ne fanno parte: Accadia (650 mt), Anzano di Puglia (760 mt), Ascoli Satriano (425 mt), Bovino (646 mt), Candela (474 mt), Castelluccio dei Sauri (284 mt), Castelluccio Valmaggiore (630 mt), Celle di San Vito (720 mt circa), Deliceto (550 mt), Faeto (866 mt), Monteleone di Puglia (859 mt), Orsara di Puglia (687 mt), Panni (801 mt), Rocchetta Sant’Antonio (630 mt), Sant’Agata di Puglia (813 mt), Troia (440 mt circa).
Comunità Montana della Murgia Barese Nord-Ovest – 4 comuni della Provincia di Bari e della Provincia di Barletta-Andria-Trani – sede a Ruvo di Puglia. Ne fanno parte: Minervino Murge (445 mt), Poggiorsini (461 mt), Ruvo di Puglia (240 mt), Spinazzola (435 mt).
Comunità Montana della Mugia Barese Sud-Est – 7 comuni della Provincia di Bari – sede a Gioia del Colle. Ne fanno parte: Acquaviva delle Fonti (300 mt), Cassano delle Murge (341 mt), Gioia del Colle (360 mt), Grumo Appula (181 mt), Noci (424 mt), Santeramo in Colle (514 mt), Toritto (233 mt).
Comunità Montana della Murgia Tarantina – 9 comuni della Provincia di Taranto – sede a Mottola. Ne fanno parte: Castellaneta (245 mt), Crispiano (232 mt), Ginosa (240 mt), Laterza (340 mt), Massafra (110 mt), Montemesola (183 mt), Mottola (387 mt), Palagianello (43 mt), Palagiano (39 mt).

Paco Capano

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