Mons. Lucci e Deliceto: un amore mal ricambiato

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Mons. Lucci e Deliceto: un amore mal ricambiato

mons-lucci.jpgTornerà tra i paesi della sua diocesi Mons. Antonio Lucci, il santo vescovo che ha retto la diocesi di Bovino per 23 anni (1681-1752); tornerà in spirito e reliquie, quasi una nuova visita pastorale. Troverà gli stessi paesi, con un solo cambiamento, la sostituzione di Monteleone a Montaguto; mentre non troverà più la sua diocesi, degradata a vicaria dell’arcidiocesi di Foggia- Bovino. Partirà da Bovino, ove le sue spoglie riposano il 17 febbraio e vi ritornerà il 31 marzo.

Questo il calendario:

Castelluccio dei Sauri: 17-24/2/2009;

Deliceto: 24/2-3/3/2009;

S. Agata: 3-10/3/2009;

Accadia: 10-17/3/2009;

Monteleone: 17-24/3/2009;

Panni: 24-31/3/2009;

Bovino: 31/3/2009.

Il motivo del pellegrinaggio è la ricorrenza del ventesimo anniversario della beatificazione, la tappa che precede la santificazione. Un percorso iniziato già da tempo dai suoi confratelli, i frati francescani conventuali, ben decisi a vederlo santo. E, in effetti, un sant’uomo è stato; dottissimo, energico e, nello stesso tempo, umile con gli umili, che teneramente riamava. E’ stato, infatti, chiamato “il padre dei poveri”. Chi lo amava un po’ meno erano i suoi stessi preti, che, troppo abituati alla bella vita, mal sopportavano questo nuovo vescovo, questo francescano di fresco venuto, deciso a metterli in riga per ridare alla chiesa la sua dignità. Ed anche con i potenti non fu tenero, quando si trattò di difendere gli interessi della chiesa. Curò molto i paesi della diocesi, tutti, ma con Deliceto ebbe un rapporto del tutto particolare, per le attenzioni e le energie che vi dedicò; era un paese che molto amava, ma da cui fu mal ricambiato e ne ricavò grandi amarezze. O meglio, non fu il paese nel suo insieme, ma fu il clero delicetano che gli dette, forse, i dispiaceri più grandi della sua vita. Sul Lucci – e sui tormentati rapporti con Deliceto e con i suoi preti – torneremo nei prossimi numeri. E’ un vescovo che va meglio conosciuto non solo per la sua statura di dotto, di storico e di santo, ma soprattutto per quanto ha inciso sulla storia di Deliceto: basti pensare a S. Alfonso ed alla splendida Chiesa Madre, nelle cui vicende tanta parte ha avuto. Deliceto conserva due belle tele del Beato: quella qui riprodotta, che si trova nella sagrestia della Chiesa madre, ed un’altra, conservata nella chiesa dell’Annunziata, che lo raffigura mentre dà le regole alla confraternita del SS. Sacramento e Rosario; immagini più volte riprodotte dagli autori che si sono occupati del Lucci.

Mattia Iossa

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