ACCADIA RECUPERA LA SUA STORIA

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Parrocchia SS. Pietro e Paolo: recuperi e restauri

Dina De Bellis ACCADIA –

Lamentazioni: “Che peccato! Il nostro paese non ha più niente! Abbiamo distrutto tutto! Niente chiese, niente rione Fossi, niente ambiente, niente… niente…”. Quante volte abbiamo detto o sentito queste parole? Tutti rimpiangiamo ed accusiamo. Tante parole e pochi fatti, e del degrado di gran parte del nostro patrimonio storico, artistico e religioso ne siamo un po’ tutti responsabili. E’ importante, però, aver acquisito questa consapevolezza, perché dalla presa di coscienza di un problema può partire la ricerca delle soluzioni. Il nostro nuovo parroco, padre Josè Carlos Garcia, senza tanti proclami e con grande capacità operativa, ha intrapreso la strada del recupero e del restauro del patrimonio religioso della parrocchia, delle statue, cioè, degli oggetti, dei paramenti non più utilizzati nelle funzioni liturgiche, ma che costituiscono retaggio e segni del passato, testimonianza dei cambiamenti nella sfera del sacro, memoria storicizzata degli oggetti di culto che hanno contraddistinto la nostra comunità nelle passate generazioni. Padre Carlos ha mostrato subito sensibilità e amore per un patrimonio che versava in uno stato di abbandono totale. La maggior parte delle statue e dei crocefissi lignei, bisognosi di interventi, risalgono al sei – settecento e, quindi, di notevole valore storico ed artistico. Infatti, il nostro parroco si è messo subito al lavoro ed ha già restaurato, oltre a piccoli oggetti per il culto, anche le reliquie di San Sebastiano e di Santa Colomba di cui si era persa memoria e di cui molti non ne conoscevano l’esistenza. Sono state poste nei reliquiari e restituite al culto dei fedeli. Un altro importante intervento è stato il recupero di un crocefisso ligneo (v. foto) che ora campeggia sull’altare della chiesa detta di San Vito e Sant’Antonio. Il crocefisso pare risalire al secolo XVII, ma, secondo il professore Erminio Paoletta, eminente studioso di storia locale, la sua datazione sarebbe molto più antica. In questa chiesa, inoltre, si sta procedendo alla sistemazione dell’antico altare di Sant’Antonio (v. foto), in parte con pezzi originali, in parte con riproduzioni. Questa amata ed indimenticata chiesa settecentesca, abbattuta e ricostruita negli anni Settanta, per rincorrere la modernità e per usufruire dei fondi della ricostruzione post-terremoto, oggi si presenta spoglia e privata del suo antico fascino. Il parroco con queste iniziative cerca di riportare questo luogo al suo antico splendore, trasformandolo quasi in un museo idoneo ad accogliere quanto si sta salvando dal degrado e dall’abbandono. Fortunatamente tanti concittadini stanno contribuendo in vario modo a questa lodevole iniziativa, offrendo il proprio tempo, le proprie competenze e sostegno economico. La speranza è che si possa continuare a percorrere questa strada e che la nostra comunità dimostri di essere capace di vincere l’indifferenza e l’apatia delle quali spesso, e non sempre a torto, è stata accusata. La parrocchia con la sua azione pastorale e con le iniziative comunitarie può fortemente contribuire alla coesione sociale. Anche con un progetto come questo.

     

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