A PROPOSITO DELLA: “CARROZZA POSTALE”

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Negli ultimi tempi, spesso, ci siamo occupati dell’antico lavoro del “Cocchiere” (colui che amministrava carrozze; calessi o “sciarabball”) ovviamente trainate da cavalli. Di questa attività, se n’è occupato in modo brillante lo storico locale Consalvo Di Taranto, nella realizzazione di: “La Vita Paesana in Capitanata“, pubblicato nel 1927.

Egli descriveva: è uno di quei trabaccoli polverosi che cigolano sulle molle, ondeggiano come se da un momento all’altro dovessero rovesciarsi. Ha i finestrini malfermi, i sedili duri e bassi, il cielo poco alto. Va e viene due volte al giorno dal paese alla stazione e dalla stazione al paese, ora lenta come una lumaca quando risale al monte, ora veloce quasi furiosa, quando discende a valle o il “Cocchiere” si accorge che il tempo stringe e corre pericolo di non arrivare in orario.

“Il Cocchiere”, irto di baffi e di barba col volto che lo rassomiglia ad un cane da pastore, è servizievole quando fiuta la mancia, altezzoso e burbero con chi non gli paga altro che il posto. La frusta è la sua arma, il bastone del suo comando, e la fa schioppettare in aria ogni momento quando è in serpa o sui cavalli che ormai ne intendono il linguaggio e sopportono le sue bravate da bestie pazienti e…sino a un certo punto. Talvolta difatti quando non ne possono più, si ribellano e sferran calci che vanno a finire contro la carrozza e rompon qualche assicella; ma quasi sempre poi tirano pazientemente (…)

(La Pro Loco, nel 2018, ha realizzato un lungometraggio, tratto dal racconto dello “storico”).

Al riguardo, riceviamo e volentieri pubblichiamo notizie e foto, inviatoci da alcuni eredi, (Caterina Sarno, figlia dell’ex Comandante dei Vigili Urbani) riguardante uno dei Cocchieri storici, nonchè uno dei primi conducenti di autobus.

Lei racconta quando intrapreso sulla vita del nonno, riferito dai genitori: Nostro nonno si chiamava  Sarno Pasquale era nato a Deliceto  il 3 / 3 / 1877 e morto a Deliceto il 23 / 10 / 1943.

Lui e stato il primo a portare la postale, la carrozza trainata da cavalli; portava sia passeggeri che la posta allo Scalo di Bovino-Deliceto . Questo lavoro con la carrozza l’ha fatto fino a quando è ritornato dalla prima guerra mondiale. Poi, prese la patente e fù uno dei primi autisti a guidare la postale, come da foto allegate. Le persone che sono con lui , non so chi sono, in una si vede un giovane Fiordelisi, (futuro autista di corriere) sdraiato  per terra, un’altra  deve essere alla stazione di Bovino dove c’è il Capostazione, mio nonno ha un bicchiere in mano, un signore ha una bottiglia e l’altro giovane, deve essere il capo stazione. La famiglia di mio padre per soprannome li chiamavano “li Carruzzier”. Altro non sappiamo, Annibale Sannella (mio cugino) diceva che mio nonno aveva ricevuto delle medaglie in guerra e che lui e Giulio, da piccoli ci giocavano e purtroppo sono andate perdute, compreso alcuni libri antichi, che avevano in casa, regalati dal parroco  Don Taurino. Mia zia Antonietta, sorella di mio padre, all’occorrenza  ci accendeva il fuoco.

Ringraziamo per la fornitura delle storche foto, gentilezza, spontaneità e per l’ironia, Caterina Sarno, invitando i possessori di documenti (antichi) di non imitare quando avvenuto in passato, anche se a volte, succedeva per esigenze.

(B. Baldassarro)

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