“CE LA FAREMO”…SICURAMENTE !!!
In questi giorni di “coprifuoco”, percorrendo per esigenze varie, il centro abitato di Deliceto, ho avuto degli attimi, di … riflessione: sono a Deliceto o in una località cosmica, possibile che gli spazi del passeggio sono desolatamente deserte, e, quasi stessi sognando, ho provato ad avvolgere una pellicola ingiallita di alcuni lustri addietro, quando lo “struscio” delicetano era famoso in tutto il territorio, perchè non vi erano intemperie che impedissero ai giovani e non solo, di essere in piazza a tutte le ore, per socializzare, per la consueta passeggiata , per lo scambio di notizie e per … Ovviamente, i social hanno cambiato anche qui, le consuetudini e la gravità del momento, ha responsabilizzato e modificato le abitudini, portando tutti sulla strada del buon senso.
Oddio, momenti particolari nel corso del secolo scorso (giusto per citarne alcuni) ve ne sono stati, per chi non è più giovanissimo, ricordiamo: l’austerity, il periodo storico a cavallo tra il 1973 ed il 1974, durante il quale molti governi dei Paesi occidentali, compreso quello italiano, furono costretti ad emanare disposizioni volte al drastico contenimento del consumo energetico, in seguito alla crisi petrolifera del 1973 e del colera sempre dell’estate ’73. Ammettiamo, che sono state situazioni diverse, meno drastiche, dove, comunque si poteva uscire, senza “arresti domiciliari”. Fortunatamente ne siamo sempre venuti fuori.
Nel vedere oggi, colloquiare il personale sanitario con i pazienti, attraverso una finestra, una porta socchiusa o recarsi in farmacia e vedersi consegnare i farmaci attraverso una finestrella, beh, la mente corre alle notizie che gli storici locali ci hanno tramandato.
…Alessandro Miroballo, Marchese di Deliceto, restaurò una delle porte di accesso del paese, denominata Porta Caspio, posizionata sulla Via Decumana, alla confluenza di quattro strade: Via Piazzolla; Via sottotenente Scarnecchia; Via Loreto e, ovviamente Via Porta Caspio. I nostri nonni, ricordavano e menzionavano per varie ragioni, quel luogo col nome di “Cavuto” . (so passet p’ la port’ r’ lu cavut…)
Il nome buccolo, in dialetto “vuccolo”, deriva da bucca latino e non è parola longobarda, come trovato in alcune storie locali. Vuccolo si dice in vernacolo ogni buco, ogni foro esista nella porta, per far entrare e uscire il gatto liberamente. Da vuccolo si passa a cavuto, cavato, per fare il buccolo conviene scavare. Più paesana è rimasta la forma cavuto alla porta, e si riferisce al tempo della peste del 1656, quando cacciati gli appestati, perchè non contagiassero gli altri cittadini, si dava loro da mangiare da quel cavo fatto alla porta del paese. Deliceto, secondo una stima dell’arciprete Giacomo Casati, ebbe più di trecento morti in paese, senza contare gli altri morti nelle campagne, senza nessuna assistenza spirituale. Nel paese si chiusero le porte, perchè i contagiati di fuori, non venissero ad accrescere il numero di quelli nelle case. Se volevano la benedizione del prete si potevano presentare alla porta del…Buccolo, quivi erano assolti dal sacerdote in articulo mortis.
Questa porta, come si diceva, restaurata dal Marchese Alessandro Miroballlo, prenderà in seguito il suo nome, riportante la data dell’ A.D. MDCLXIX
Il secondo sindacato Mazza, (Alessandro Mazza, personaggio illustre, nonchè, memorabile benefattore del nostro paese, nacque a Deliceto il 30 novembre del 1868, conseguì la laurea in Medicina e Chirurgia. Si prodigò nel curare i terremotati che colpì Messina nel 1908 e i malati di peste spagnola, che colpì Deliceto nel 1918, morì il 25 novembre dello stesso anno.) è caratterizzato dai lavori di rifacimento delle strade, opera grandiosa per il paese che solo un medico poteva pensare e porre in esecuzione. Una rete di condutture sotterranee circolò da allora per il raccoglimento delle acque piovane e dei rifiuti umani, nè più si vide lo spettacolo ripugnante delle nostre necessità in luoghi all’aperto, fuori dell’abitato o talvolta lungo le vie meno frequentate in certe ore. Nel rifacimento della strada, scomparve, forse per questioni di spazio e di stabilità, l’antica Porta Caspia, o r lu cavut e l’iscrizione della quale è andata a finire, pietra di pavimento, in una casa li dappresso. Noi, con rammarico, possiamo solo aggiungere: Peccato, perchè un pezzo di storia è stata smantellata. (Notizie, tratte dallo storico Consalvo Di Taranto).
A conclusione, di questo pensiero, possiamo sicuramente affermare: come per il passato, ne verremo sicuramente fuori, con la collaborazione di tutti.
Intanto un plauso va a tutti i cittadini per la maturità mostrata, a tutti i bambini per aver esposto all’esterno le loro opere d’arte, alle forze dell’ordine nel far rispettare le ordinanze, per il bene di tutti.
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