PER IL FURTO DI DUE AUTO A RIMINI, I DUE CUGINI VIESTANI IANNOLI CLAUDIO E GIOVANNI.

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Giovedi scorso, a Vieste, i Carabinieri della Compagnia di Vico del Gargano e della locale Tenenza in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dall’Ufficio G.I.P. presso il Tribunale di Foggia per il reato di furto aggravato in concorso, hanno arrestato il 42enne IANNOLI Claudio e il 32enne IANNOLI Giovanni. I due, ritenuti vicini ad esponenti di spicco del clan “Perna”, sono accusati di aver rubato due autovetture.

I fatti risalgono allo scorso 8 aprile, quando i militari della Stazione di Rodi Garganico avevano notato i due malfattori aggirarsi nei pressi di un’auto parcheggiata nelle vie del paese garganico, risultata poi essere stata asportata la notte precedente a Rimini. Le indagini condotte dagli uomini dell’Arma di Rodi Garganico hanno consentito di ricostruire il percorso effettuato dall’autovettura, anche grazie al sistema satellitare che era installato sulla stessa, e da lì, la visione degli impianti di videosorveglianza presenti lungo il percorso, in particolare quello di un’area di servizio dove i due si erano fermati per fare rifornimento, aveva poi consentito di appurare che a Rimini era stato rubato un ulteriore veicolo, rintracciato poi a Vieste dai Carabinieri della locale Tenenza. Le due automobili sono state riconsegnate ai legittimi proprietari, mentre IANNOLI Claudio e IANNOLI Giovanni sono stati sottoposti al regime degli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni.

Le indagini proseguono ora per verificare a cosa dovessero servire i due mezzi portati da così lontano sul Gargano.

Dopo l’arresto di Gallo Ivano che, nel tentativo di sfuggire ai Carabinieri, aveva addirittura scagliato un grosso vaso sull’autovettura di servizio, vi è stato un nuovo episodio che imporrebbe qualche riflessione. Ancora una volta, infatti, una coppia di genitori si è ritrovata, suo malgrado, costretta a rivolgersi ai Carabinieri per evitare che il proprio figlio potesse diventare per loro un pericolo. E il motivo è sempre lo stesso: la pretesa di soldi per l’acquisto di stupefacente.

I militari della Stazione di Cerignola, dopo la richiesta di intervento al 112, hanno quindi tratto in arresto CARBONE ANTONIO, cl. ’76, cerignolano, dopo che, per l’ennesima volta, aveva minacciato i genitori, dai quali si sarebbe dovuto tenere a distanza, come disposto da un’ordinanza del Giudice di Foggia, perchè gli dessero 1000 euro. Prontamente intervenuti, ed accertate le circostanze della richiesta dell’uomo, i Carabinieri lo hanno arrestato per maltrattamenti in famiglia e tentata estorsione. Attesa la gravità del fatto e, soprattutto, a causa del mancato rispetto dell’obbligo di rimanere distante dai proprio genitori, il Pubblico Ministero di turno ne ha disposto la traduzione nel carcere di Foggia.

Gli stessi militari hanno poi tratto in arresto anche DIBISCEGLIA SALVATORE cl ’80, pluripregiudicato cerignolano. A carico dell’uomo, infatti, già recluso in regime di arresti domiciliari, è stata eseguita un’ordinanza di aggravamento della misura in atto, emessa dal Tribunale di Piacenza a seguito della segnalazione dei militari ofantini che lo avevano sorpreso all’interno della propria casa in compagnia di alcuni pregiudicati, infrangendo, così, le prescrizioni impostegli. Espletati gli accertamenti di rito, quindi, il Dibisceglia è stato anch’egli rinchiuso nel carcere di Foggia.

 

 

 

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