E’ TERMINATA LA LATITANZA DEL PLURIPREGIUDICATO VIESTANO

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Alle prime luci dell’alba di sabato scorso, una ben precisa porzione dell’impervio territorio di
Mattinata è stata cinturata dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di
Manfredonia   e   degli   Squadroni   Eliportati   Cacciatori   Carabinieri   di   “Sicilia”,   “Sardegna”   e
“Calabria”, supportati dall’alto da un equipaggio del 6° Elinucleo Carabinieri di Bari-Palese.
L’attenzione operativa si è concentrata attorno a un casolare, dove i militari, all’esito di un’articolata
attività di indagine e di prolungati servizi di osservazione, controllo e pedinamento, erano sicuri di
aver individuato il 31enne pluripregiudicato viestano, latitante, DELLA MALVA Danilo Pietro,
ricercato dallo scorso 23 febbraio, quando era riuscito a sottrarsi ad un provvedimento di custodia
cautelare in carcere, emesso nei suoi confronti dal Tribunale di Foggia su richiesta della locale
Procura della Repubblica nell’ambito dell’operazione denominata “Nel nome del padre”
, condotta
dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Foggia.
In quella circostanza le indagini della Guardia di Finanza e della Procura della Repubblica di
Foggia, iniziate nell’ottobre 2017, si erano concentrate su
nove
noti pregiudicati, alcuni ristretti in
carcere e altri a piede libero, tutti ritenuti contigui alla cosca criminale attiva nei territori di
Manfredonia,
Mattinata
e
Vieste
  e   già   capeggiata   da
Mario   Luciano   Romito
,   il   noto
pluripregiudicato   principale   obiettivo   del   feroce   agguato   mafioso   del   precedente   9   agosto   ad
Apricena.
Si tratta dell’ennesimo durissimo colpo alla criminalità garganica inferto nell’ambito delle numerose
attività di contrasto alla criminalità garganica messe in campo dall’Arma dei Carabinieri che,
attraverso robusti servizi coordinati e meticolose indagini, negli ultimi giorni hanno arrestato il noto
pregiudicato RADUANO Marco, ritenuto a capo dell’omonimo clan, e SURANO Giovanni, trovato
in possesso di un vero e proprio arsenale e di un consistente deposito di stupefacenti vari.
L’attività   di   contrasto   si   inquadra   in   una   più   ampia   strategia   condivisa   con   la   Procura   della
Repubblica e con la Prefettura di Foggia, ognuna per la parte di competenza, che ha come obiettivo
principale quello di restituire definitivamente il territorio viestano alla società civile.
In tale ottica, l’attenzione investigativa dell’Arma dei Carabinieri si è concentrata anche nelle
ricerche del latitante viestano, vicino al gruppo criminale “RADUANO” di Vieste nonché al clan
“ROMITO” di Manfredonia – Mattinata, come già dimostrato dall’operazione “Ariete”, condotta
dagli   stessi   militari   di   Manfredonia   nell’ottobre   2016,   quando   DELLA  MALVA  fu   arrestato
unitamente   al   boss   ROMITO   Mario   Luciano   e   agli   affiliati   mattinatesi   al   clan.   Da   qui   la
convinzione investigativa che l’uomo, vista la forte pressione operativa dei Carabinieri su Vieste e
la recente attenzione dell’opinione pubblica su quel territorio,  potesse aver trovato appoggio alla
latitanza proprio nel piccolo comune garganico confidando sull’appoggio dei “mattinatesi”.
Le   indagini,  infatti,   hanno  consentito  in  breve   tempo,   ma  solo  grazie   a  estenuanti  servizi  di
osservazione, di individuare il ricercato. L’intervento si è però poi, fin da subito, presentato di non
semplice esecuzione, a causa dall’aspra orografia del territorio e delle numerose possibilità di fuga
che offriva il rifugio. Ma ancora una volta si è rivelata decisiva la collaborazione dei Carabinieri
degli Squadroni Eliportati Cacciatori di Calabria, Sicilia e Sardegna, che dallo scorso mese di
agosto rinforzano il dispositivo di controllo del territorio sul Gargano. Queste unità altamente
specializzate sono infatti state sapientemente impiegate sia per osservare a distanza, non visti,
l’obiettivo, sia per l’infiltrazione notturna, la silenziosa cinturazione dell’obiettivo, e l’irruzione
finale.
Così “congelato” l’obiettivo, con circa 40 Carabinieri impiegati a terra e il supporto aereo garantito
dal 6° Elinucleo di Bari- Palese, una volta avuta conferma della presenza del DELLA MALVA è
scattato il blitz, con l’irruzione che ha lasciato al DELLA MALVA solo il tempo di un tanto breve
quanto inutile tentativo di fuga, aggredendo i militari, che lo hanno però subito sopraffatto.
Della Malva Danilo Pietro si è visto così notificare l’
ordinanza di custodia cautelare in carcere che
lo attendeva da febbraio, e che lo vede indagato per concorso in detenzione e porto in luogo
pubblico di armi clandestine, ricettazione, detenzione illegale di armi comuni da sparo e tentata
evasione, tutti reati commessi a Vieste in data prossima ed antecedente al 17 dicembre 2017.
In occasione del blitz condotto dai Carabinieri è stato poi tratto in arresto in flagranza di reato anche
il 60enne LA POMARDA Matteo, incensurato di Mattinata, con le accuse di resistenza a Pubblico
Ufficiale,   essendosi   anche   lui   opposto   all’operazione   dei   militari,   favoreggiamento   personale,
essendo stato sorpreso in compagnia del latitante a cui aveva fornito vitto e alloggio, e detenzione
illegale di armi comuni da sparo, essendo stato rinvenuto nella sua disponibilità e sequestrato, a
seguito   di   un’accurata   perquisizione,   un   fucile   cal.   12.  Anche   un’altra   persona,   P.V.,   50enne
incensurato del luogo, essendo anch’essa stata sorpresa sul posto, è stata deferita, ma in stato di
libertà, per favoreggiamento personale.
Della Malva Danilo Pietro, al termine delle formalità, è stato associato al carcere del capoluogo, a
disposizione della Procura della Repubblica di Foggia.
LA POMARDA Matteo, invece, è stato ristretto agli arresti domiciliari a Mattinata.
P R O C U R A D E L L A R E P U B B L I C A presso il Tribunale di Teramo C O M U N I C A T O S T A M P A Operazione “HOT BANKS” A seguito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Teramo ed espletate in modo encomiabile dal Comando Provinciale Carabinieri di Teramo – Nucleo Investigativo sono stati emessi dal GIP di Teramo dieci misure custodiali nei confronti di esponenti della criminalità della provincia di Foggia per i reati di associazione per delinquere finalizzata a furti in danno di bancomat, detenzione e porto in luogo pubblico di materiale esplodente, furto aggravato ai danni di bancomat e di targhe di autovetture, danneggiamento aggravato degli stabili dove sono state compiute le azioni delittuose ed attentato alla sicurezza dei trasporti. Dal 2017 la Provincia di Teramo è stata interessata da una serie di furti a Bancomat messi a segno con l’utilizzo di manufatti esplodenti (comunemente conosciuti con l’appellativo di “marmotta”). Le indagini svolte consentivano di delineare l’esistenza di un sodalizio criminale stabilmente associato ed organizzato, dedito ad azioni delinquenziali e responsabile degli assalti agli istituti di credito, per lo più appartenenti al Gruppo “Banca Popolare di Bari” – ex Tercas, composto da soggetti di origine e dimoranti nella Provincia di Foggia. Gli stessi, agendo quali “trasferisti”, giungevano in questa Provincia per rimanervi il tempo strettamente necessario per il compimento dell’azione delittuosa, per poi ripartire immediatamente dopo. A capo del sodalizio veniva identificato un pregiudicato, le cui funzioni apicali consistevano nell’organizzare e nel promuovere gli assalti agli sportelli ATM Bancomat nella Provincia di Teramo e di altre località del territorio nazionale, procurando i mezzi di trasporto e cellulari e/o schede telefoniche spesso attivate a ridosso dei “colpi”, essendo titolare di un negozio di telefonia corrente in Orta Nova (FG). Il predetto indagato manteneva i contatti con i sodali-basisti dimoranti nelle località dove programmavano l’assalto. Questi, partecipavano a tutte le fasi preparatorie e propedeutiche al colpo, dai dettagliati sopralluoghi all’appoggio logistico della batteria che saliva per effettuare l’assalto, facendo spesso anche “da vedetta” e “staffetta” nel corso degli assalti. Le investigazioni permettevano di accertare che una buona parte degli illeciti ricavi delle attività criminali venivano destinati a sostenere le spese legali di eventuali sodali arrestati, gli oneri derivanti dai sequestri dei veicoli ed a fornire sostegno ai relativi famigliari. Per la Provincia di Teramo, il ruolo di “basisti” veniva ricoperto da due soggetti (padre e figlio), rispettivamente cognato e nipote del capo dell’organizzazione, entrambi residenti in Tortoreto. Le indagini consentivano di ottenere i seguenti riscontri: Il 15.10.2017, in Tortoreto, personale del NORM di Alba Adriatica individuava una autovettura VOLVO V70, parcata in una strada periferica. Il mezzo, che aveva applicata nella parte anteriore una targa rubata poco prima in Alba Adriatica ed all’interno del bagagliaio dell’ autovettura, veniva rinvenuto vario materiale utilizzabile per gli assalti ai bancomat quali un congegno esplosivo comunemente denominato “marmotta”, un manufatto in ferro da utilizzare quale “ariete”, piedi di porco, passamontagna, guanti ed altro. Il 12 dicembre 2017, nel territorio della Compagnia Carabinieri di Vasto, il locale comando Arma su indicazione di personale del Nucleo Investigativo di Teramo, traeva in arresto tre persone che, controllate all’uscita autostradale A/14 Vasto Nord a bordo di Audi A3, venivano trovate in possesso di un ordigno esplosivo artigianale denominato “marmotta”, di passamontagna, di 10 kg. di chiodi a tre punte, di un ariete a forma di parallelepipedo e di strumenti per effrazione. In data 18 dicembre 2017 venivano captate comunicazioni telefoniche da cui emergeva un possibile furto da perpetrare nella provincia Barletta-Andria-Trani. Venivano avvisate le Compagnie Carabinieri interessate e, alle ore 03.00, presso l’agenzia Banca Credem sita in Barletta Via Renato Colletta, due soggetti lì giunti a bordo di un furgone bianco tentavano di forzare il Bancomat, atto propedeutico all’inserimento della marmotta all’interno del dispositivo erogatore di denaro, dandosi poi alla fuga per l’arrivo di Carabinieri del locale Comando Arma, già allertato dal personale del dipendente Nucleo Investigativo. Complessivamente dal gennaio 2017 in questa Provincia si sono registrati 16 episodi (di cui 4 tentati) di furti in danno di bancomat posti in essere con lo stesso modus operandi. Al sodalizio, allo stato, sono stati attribuiti ben 9 delle azioni delittuose commesse, di cui 5 in Provincia di Teramo di seguito indicate: • Agenzia BNL di Sant’Egidio alla Vibrata del 05.07.2017 (importo sottratto € 30.000,00); • Agenzia BPB ex Tercas di Sant’Omero del 27.07.2017 (importo sottratto € 14.000,00); • Agenzia BPB ex Tercas di Mosciano Sant’Angelo del 23.08.2017 (tentata); • Agenzia BPB ex Tercas di Sant’Egidio alla Vibrata del 09.09.2017(importo sottratto € 50.000,00); • Agenzia BPB ex Tercas di Colonnella del 26.09.2017 (importo sottratto € 16.000,00); nonché 4 episodi fuori provincia di seguito indicate: • Agenzia BNL di Pagliare del Tronto (AP) 13.08.2017 (importo sottratto € 95.000,00); • Agenzia Montepaschi di Siena di Galleno Castelfranco di Sotto (PI) del 01.09.2017 (importo sottratto € 22.000,00); • Agenzia Cassa di Risparmio di Firenze Santa Croce sull’Arno (FI) 01.09.2017 (tentata); • Agenzia Credem di Barletta 18.12.2017 (tentata). Dopo aver ricevuto la refertazione da parte del dipendente Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Teramo, la Procura della Repubblica di Teramo depositava al locale Ufficio GIP la richiesta di provvedimenti cautelari nei confronti degli appartenenti alla descritta compagine criminale ed in data 30 aprile 2018 il G.I.P. presso il Tribunale di Teramo emetteva un’ordinanza di misura cautelare in carcere nei confronti di dieci soggetti aderenti alla pericolosa associazione delinquenziale.

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