Esposizione della Sacra Sindone
Pellegrinaggio di devoti delicetani per un evento straordinario e raro
DELICETO – Papa Giovanni Paolo II aveva definito la Sacra Sindone “testimone muto, ma nello stesso tempo sorprendentemente eloquente”. Ed infatti, “il lenzuolo di Cristo”, più espressivo e convincente dei tanti e vari dibattiti (che nel tempo hanno mosso uno spropositato talk-show mediatico), si presenta custode di prove intangibili, marchiate col sangue della passione e sofferenza di Gesù. Proprio per questo il Papa l’ha definito lo “Specchio del Vangelo”. In occasione dell’“Ostensione” (esposizione) ai fedeli della più importante reliquia per il mondo cattolico, un gruppo di devoti di Deliceto, guidati dal Parroco Don Leonard Kamanzi, è partito alla volta del Duomo di Torino. Il forte desiderio, concretizzatosi in quello che è stato, a detta dei partecipanti, “un vero e proprio pellegrinaggio”, è nato nel gruppo del coro “Maria, Stella del cammino”. Attraverso le parole cariche di gioia ed entusiasmo della nostra referente, la signora Tina Rea, ho potuto assaporare il momento di forte carica ed emozione da cui sono stati travolti le migliaia di pellegrini giunti a Torino da tutto il mondo. Durante il lungo viaggio di andata, la preparazione alla visione della Sindone si è basata su un connubio fede-ragione che ha arricchito la consapevolezza di ciò che, di lì a poco, si sarebbe presentato ai loro occhi. Se la fede è un miracolo, un dono che nasce nel cuore, è bene anche sottolineare quanta “ragione” avvolga “il caso” della Sindone: studi di illustri scienziati hanno, infatti, da sempre ricalcato la convinzione che «non possa trattarsi di un falso (un dipinto), piuttosto l’immagine è un’impronta lasciata da un corpo, torturato, morto, avvolto in un lenzuolo risalente a circa 2000 anni fa».
Teresa Bizzarro