a cura di Antonella Catenazzo
Si sono chiusi venerdì 16 ottobre i festeggiamenti in onore di S. Gerardo Maiella.
Il calendario dei festeggiamenti, affisso quest’anno per tutto il paese, annunciava l’inizio il 7 ottobre.
Per oltre una settimana prima della festa vera e propria (il 16, appunto), i ferventi fedeli hanno affollato la chiesa di S. Anna e morti, opportunamente abbellita, per la tradizionale novena serale.
Canti inneggianti al “Santo dei poveri” hanno risuonato per il paese, ricordo di una devozione forse un tempo più rude, fatta di pellegrinaggi a piedi fino a Materdomini, ma tuttavia oggi ancora molto sentita.
La devozione per il santo è sempre stata molto sentita a Deliceto, e varie ne sono le dimostrazioni.
La storia narra che, “scappato di casa grazie all’aiuto di un lenzuolo usato a mo’ di fune per calarsi dalla finestra e lasciato un biglietto alla madre nel quale aveva scritto “mamma, perdonami, vado a farmi santo”, Gerardo si unì alla compagnia dei missionari redentoristi dai quali, solo dopo molte insistenze, fu accettato. Lavoratore instancabile, nonostante la sua fragilissima salute che, dapprincipio, aveva reso i superiori restii ad ammetterlo nella Congregazione, Gerardo si contraddistinse sempre per il suo spirito di penitenza ed per una giocondità d’animo non comuni. Nel 1752 pronunciò i voti solenni nelle mani di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, fondatore della Congregazione; si dedicò alle mansioni più umili senza trascurare la preghiera e la penitenza. Dotato del dono dei miracoli, nella sua breve esistenza i fatti prodigiosi legati alla sua persona furono tanti e tali da meritarsi in vita la fama di taumaturgo.”[1]
“Gerardo aveva 23 anni quando giunse alla Consolazione. Stette nel nostro convento per la durata di cinque anni. Prima di andar via, volle lasciare, come suo ricordo, un busto dell’Ecce Homo da lui lavorato in carta pesta e tuttora gelosamente custodito”[2]
Gerardo il santo dei poveri. Gerardo protettore delle mamme e dei bambini. Gerardo protettore degli ammalati. Grado il fraticello, che dormiva in una nicchia dietro l’altare “per poter stare più vicino a Gesù.”
L’affetto che ammanta la figura del santo permane ancora oggi, nel paese, nei luoghi dove egli visse e dove si respira ancora la stessa aria di allora, luoghi che conservano immutato il fascino che avevano quando fecero da scenario ai suoi miracoli: il miracolo della neve, il miracolo del vino, il miracolo della chiave…
E diversi sono stati gli eventi in calendario che hanno celebrato e ricordato i motivi della sua fama.
Un affetto reso manifesto dalla grande partecipazione dei delicetani a questa celebrazione, partecipazione che si ripete immutata ogni anno e quest’anno ancora una volta resa più sentita dalla guida di Padre Rosario Maria Esposito, dei Missionari Redentoristi.
Naturalmente non sono mancati gli interventi un po’ più moderni, e forse più frivoli. Ma oggi anche questo fa parte dello spirito della festa, quindi anche l’aspetto meno religioso dell’evento entra nell’ambito della tradizione.
E in quest’ottica ricordiamo il superbo spettacolo pirotecnico che in tre riprese (dal piazzale, dal Castello e dal Campo Sportivo), ha chiuso in scenografica bellezza i festeggiamenti.
[1] http://it.wikipedia.org/wiki/Gerardo_Maiella
[2] “Deliceto – Notizie storiche” (S. Gerardo Maiella), A. Iossa